In una Milano del secondo dopoguerra, tra le macerie di un paese distrutto dalle atrocità del conflitto, c’era chi aveva ancora il coraggio di sognare cieli più blu rispetto a quelli che aveva finora visto sopra di sé. La voglia di ricominciare, di crearsi un futuro in un presente con poche certezze, portò Giampietro Berti, a soli 13 anni, ad abbandonare la sua bella Emilia-Romagna per cercare lavoro nel capoluogo milanese. Un’innata passione per qualsiasi cosa avesse un motore e bruciasse benzina lo portò presto ad approcciarsi al mondo dell’automotive e delle riparazioni di autovetture, che proprio in quegli anni stavano cominciando a diffondersi sempre di più nella società dell’epoca.
Dopo aver passato diversi anni in un’officina, a fare esperienza e toccando con mano quello che poi sarebbe diventato il fulcro della sua vita, decise di fare il grande passo. Decise di tracciare una linea marcata, separandosi dal passato ma comunque tenendo in qualche modo a mente le sue origini, facendo tesoro delle sue esperienze e di quella sua voglia di novità, di freschezza, di speranza che la sua terra non possedeva.
In una Milano del secondo dopoguerra, tra le macerie di un paese distrutto dalle atrocità del conflitto, c’era chi aveva ancora il coraggio di sognare cieli più blu rispetto a quelli che aveva finora visto sopra di sé. La voglia di ricominciare, di crearsi un futuro in un presente con poche certezze, portò Giampietro Berti, a soli 13 anni, ad abbandonare la sua bella Emilia-Romagna per cercare lavoro nel capoluogo milanese. Un’innata passione per qualsiasi cosa avesse un motore e bruciasse benzina lo portò presto ad approcciarsi al mondo dell’automotive e delle riparazioni di autovetture, che proprio in quegli anni stavano cominciando a diffondersi sempre di più nella società dell’epoca.
Dopo aver passato diversi anni in un’officina, a fare esperienza e toccando con mano quello che poi sarebbe diventato il fulcro della sua vita, decise di fare il grande passo. Decise di tracciare una linea marcata, separandosi dal passato ma comunque tenendo in qualche modo a mente le sue origini, facendo tesoro delle sue esperienze e di quella sua voglia di novità, di freschezza, di speranza che la sua terra non possedeva.
Così, nel 1965, aprì quella che presto diventerà “L’Officina Berti”, una certezza per molti clienti e un punto di riferimento per molti automobilisti milanesi. I primi tempi non furono facilissimi per lui: dovette scontrarsi spesso con la difficile realtà di tutti i giorni, ma, nonostante le limitate disponibilità economiche, riuscì a procurarsi l’indispensabile per iniziare la sua attività. Quell’insegna in via Zanella, sopra la sua officina, passò i freddi e bui pomeriggi d’inverno fino alle calde sere d’estate, così ancora e ancora, raccontando ogni giorno di più quanto sia importante credere in un sogno e avere fede nel futuro.
Col passare degli anni, Gianpietro coinvolse nel suo progetto sua moglie e poi, in seguito, suo figlio: insieme daranno una continuità unica e porteranno avanti il suo progetto originale. Gianpietro fece da mentore a suo figlio Danilo, insegnandogli i trucchi del mestiere e dandogli le giuste dritte. Danilo si specializzò in seguito frequentando scuole e corsi di aggiornamento, fino a diventare un punto di riferimento per tutti i suoi clienti. Dalla sostituzione degli pneumatici all’elaborazione sportiva, passando per la risoluzione di problemi meccanici o elettronici fino ad arrivare ai tagliandi e alla manutenzione dell’auto: Berti risolverà il problema con serietà, professionalità e velocità.
Infine, dopo quasi sessant’anni di attività, Giampietro alza ancora personalmente le serrande ogni mattina. Quelle serrande in una via Zanella che tanto ha saputo dargli, una via Zanella cambiata profondamente durante gli anni, ma che sempre una certezza ha conservato: quell’insegna che porta il cognome di un ragazzo che ha saputo mettersi in gioco per crearsi un lavoro, una famiglia e una passione per la vita.